Recensione: " Molto forte,incredibilmente vicino"
Oskar, un bambino di nove anni, ha perso il padre nell'attentato alle Torri Gemelle e da quel momento è come se anche la sua vita si fosse interrotta. Il dolore per la perdita è tale che Oskar sa trovare rifugio solo nella fantasia e nella solitudine. Un giorno, rovistando tra le cose del padre, trova una chiave in una busta con su scritto Black. La chiave diventa così per Oskar un'ancora, qualcosa che può legarlo ancora al padre; inizia, allora, un'avventura che lo porterà a percorrere i cinque distretti di New York alla ricerca di tutti i Mr e Mrs Black della città. L'esito della ricerca non lo condurrà dove sperava, tuttavia imparerà che il dolore non solo accomuna tutti gli uomini ma che può essere condiviso con chi ci è più vicino di quanto pensiamo.
Romanzo tenero e toccante; è una storia che sa far vibrare l'anima, in grado di lasciare un'impronta perenne, come perenne e universale è il dolore che accompagna il ricordo.
La storia è raccontata su più binari, si muove tra passato e presente attraverso tre voci narranti, il tutto corredato, in modo originale, con immagini, foto e frasi a tutta pagina come il collage di una vita.
La prima delle voci narranti, la più limpida e piana, è quella di Oskar, un bambino intelligente, attanagliato dal dolore e dal senso di colpa. Nell'impossibilità di vivere pienamente si rifugia in un mondo fatto di fantastiche invenzioni, di ricordi e solitudine. Oskar aveva con il padre un rapporto esclusivo, pieno di creatività e complicità; ora è un tipo di rapporto che non sa trovare con la madre a cui rimprovera la voglia e il tentativo di ritornare a vivere e a gioire. La chiave che il piccolo trova, perciò, rappresenterà per lui la possibilità di un ultimo contatto con il padre.
La ricerca tra le strade di New York lo avvicina agli altri; nei loro volti, nelle loro storie Oskar cerca lo stesso dolore e trova degli amici tra cui il vecchio vicino di casa Mr Black. Quest'ultimo quasi prigioniero del suo microcosmo fatti di archivi e di silenzio troverà, grazie ad Oskar, il coraggio di ritornare ad "ascoltare" i rumori della vita e di viverla fino in fondo.
Le altre voci narranti sono quelle dei nonni di Oskar. Essi raccontano la loro storia attraverso delle lettere. A due voci, rievocano la notte dei bombardamenti su Desdra, la devastazione e la morte; ogni parola, ogni oggetto descritto è fortemente evocativo. La paura, la desolazione, l'orrore riempie ogni parola.
Lo stile delle lettere dei due è molto diverso; poetico, malinconico, evocativo il tono delle lettere del nonno, un uomo che nel bombardamento di Desdra ha perso la donna amata e il figlio mai nato, un uomo che si è smarrito nel dolore e si è chiuso nel mutismo e nella paura di vivere; meno accattivanti quelle della nonna, un personaggio che non riesce ad attrarre o convincere. Sebbene venga presentata come una donna forte, che sa reagire alle tragedie della vita, tuttavia la simpatia del lettore non può andare verso una donna che nelle lettere indirizzate al nipote, tra l'altro con un linguaggio poco credibile visto il destinatario, non lascia traccia del suo rapporto con il figlio, del dolore per la sua perdita ma sembra essere presa unicamente dal ricordo morboso del suo rapporto sessuale con il marito che l'ha abbandonata.
Se la scelta dell'autore di alternare il racconto di Oskar a quello dei nonni ha tolto ritmo e immediatezza tuttavia ha lo scopo evidente di creare un parallelismo tra le loro vite, in particolare tra Oskar e il nonno: i binari della loro esistenza atrofizzata dal dolore troveranno un punto di incontro sul finale per poi dividersi nuovamente; se i nonni stazioneranno in un limbo aeroportuale tra vita e non vita, Oskar ritroverà la madre e proverà a vivere, scoprendo come il dolore, sebbene molto forte,
possa essere condiviso con chi ci è vicino, incredibilmente vicino.
Romanzo tenero e toccante; è una storia che sa far vibrare l'anima, in grado di lasciare un'impronta perenne, come perenne e universale è il dolore che accompagna il ricordo.
La storia è raccontata su più binari, si muove tra passato e presente attraverso tre voci narranti, il tutto corredato, in modo originale, con immagini, foto e frasi a tutta pagina come il collage di una vita.
La prima delle voci narranti, la più limpida e piana, è quella di Oskar, un bambino intelligente, attanagliato dal dolore e dal senso di colpa. Nell'impossibilità di vivere pienamente si rifugia in un mondo fatto di fantastiche invenzioni, di ricordi e solitudine. Oskar aveva con il padre un rapporto esclusivo, pieno di creatività e complicità; ora è un tipo di rapporto che non sa trovare con la madre a cui rimprovera la voglia e il tentativo di ritornare a vivere e a gioire. La chiave che il piccolo trova, perciò, rappresenterà per lui la possibilità di un ultimo contatto con il padre.
La ricerca tra le strade di New York lo avvicina agli altri; nei loro volti, nelle loro storie Oskar cerca lo stesso dolore e trova degli amici tra cui il vecchio vicino di casa Mr Black. Quest'ultimo quasi prigioniero del suo microcosmo fatti di archivi e di silenzio troverà, grazie ad Oskar, il coraggio di ritornare ad "ascoltare" i rumori della vita e di viverla fino in fondo.
Lo stile delle lettere dei due è molto diverso; poetico, malinconico, evocativo il tono delle lettere del nonno, un uomo che nel bombardamento di Desdra ha perso la donna amata e il figlio mai nato, un uomo che si è smarrito nel dolore e si è chiuso nel mutismo e nella paura di vivere; meno accattivanti quelle della nonna, un personaggio che non riesce ad attrarre o convincere. Sebbene venga presentata come una donna forte, che sa reagire alle tragedie della vita, tuttavia la simpatia del lettore non può andare verso una donna che nelle lettere indirizzate al nipote, tra l'altro con un linguaggio poco credibile visto il destinatario, non lascia traccia del suo rapporto con il figlio, del dolore per la sua perdita ma sembra essere presa unicamente dal ricordo morboso del suo rapporto sessuale con il marito che l'ha abbandonata.
Se la scelta dell'autore di alternare il racconto di Oskar a quello dei nonni ha tolto ritmo e immediatezza tuttavia ha lo scopo evidente di creare un parallelismo tra le loro vite, in particolare tra Oskar e il nonno: i binari della loro esistenza atrofizzata dal dolore troveranno un punto di incontro sul finale per poi dividersi nuovamente; se i nonni stazioneranno in un limbo aeroportuale tra vita e non vita, Oskar ritroverà la madre e proverà a vivere, scoprendo come il dolore, sebbene molto forte,
possa essere condiviso con chi ci è vicino, incredibilmente vicino.
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